(Milston, Wiltshire, 1672 - Londra 1719) scrittore inglese. Compiuti gli studi classici, entrò in parlamento tra i whigs (liberali); fu sottosegretario di stato e segretario del viceré d’Irlanda. Visitò l’Italia e la criticò aspramente nelle Osservazioni su varie parti d’Italia (Remarks on several parts of Italy, 1705), dove la satira anticattolica è tuttavia temperata dall’amore per la classicità. A. fu l’iniziatore del giornalismo letterario in Inghilterra: collaboratore per due anni di R. Steele nella redazione del «Tatler», fondò poi insieme a lui il famoso «Spectator» (1711-12 e 1714), imitato anche in Italia da G. Gozzi con la «Gazzetta veneta» e l’«Osservatore veneto». Interprete della nuova borghesia illuminista e puritana nata dalla rivoluzione del 1688, A. ne assume il moralismo, il gusto classicistico per l’equilibrio, il rifiuto di ogni eccesso e il sostanziale conservatorismo sotto apparenze liberali. Nei saggi pubblicati sullo «Spectator» A. si rivela un amabile riformatore della cultura e dei costumi, un divulgatore, in forme semplici e gradevoli, di principi etici e filosofici. Dal punto di vista stilistico i suoi scritti sono un esempio di colloquialità colta ed elegante, ravvivata da un’ironia oraziana.